Cibi ultra-processati: emergenza globale tra bambini e adolescenti
Sono proprio i bambini e i ragazzi traggono dai cibi ultra-processati i maggiori apporti calorici. Un gruppo di ricercatori delle Università di Cambridge e Bristol ha osservato i comportamenti alimentari di circa 3.000 adolescenti nel Regno Unito e ha stimato che quasi il 70% dell’energia assunta proveniva dal consumo di alimenti ultra-trasformati.
Altre ricerche confermano la propensione alla diffusione degli alimenti ultra-trasformati in maniera più pronunciata tra i bambini e gli adolescenti. Ma più in generale sono diverse le indagini su campioni di consumatori anche molto numerosi che conducono a stime preoccupanti sull’apporto dei cibi ultra-trasformati nelle nostre diete.
La situazione nel mondo e in Italia
Negli Stati Uniti l’apporto calorico fornito dai cibi ultra-processati è stimato come mediamente superiore al 60% del totale. Una delle indagini più rappresentative in ambito europeo – 22 i Paesi coinvolti tra cui l’italia – ha stimato il contributo calorico degli alimenti UT intorno al 40% del totale per Svezia e Regno Unito, intorno al 33% nei Paesi Bassi. Il valore più basso è dell’Italia con un contributo medio del 12%.
Proprio questi numeri stanno spingendo numerosi scienziati e medici a chiedere di investire in campagne e strumentazioni idonee a limitare il consumo di alimenti ultra-trasformati. Tra questi il professor Monteiro, scienziato a cui si deve il più diffuso sistema di classificazione dei cibi in base al loro grado di manipolazione, che recentemente ha invitato le autorità sanitarie internazionali ad adottare nei confronti degli alimenti ultra trasformati iniziative simile a quelle per la lotta al fumo. (articolo The Guardian)