La diffusione globale degli alimenti ultra-processati danneggia l’agrobiodiversità

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La diffusione globale degli alimenti ultra-processati danneggia l’agrobiodiversità

Gli alimenti ultra-processati sono prodotti realizzati assemblando sostanze alimentari, per lo più ingredienti di base, e additivi attraverso una serie di processi industriali.

Tra questi prodotti rientrano snack dolci o salati, bevande zuccherate, noodles istantanei, prodotti di carne “ricostituita”, pizze e piatti di pasta preconfezionati, pane confezionato, biscotti e dolciumi. Tali prodotti costituiscono il pilastro di una “dieta globalizzata” e stanno diventando predominanti nell’offerta alimentare globale, con vendite e consumi in aumento in tutte le regioni e quasi tutti i paesi, in particolare nei paesi a reddito medio-alto e medio-basso.

Questo porta a schemi alimentari sempre più processati e meno diversificati in tutto il mondo.

Questa transizione è stata principalmente guidata dall’industrializzazione dei sistemi alimentari, dal cambiamento tecnologico e dalla globalizzazione, inclusa l’espansione e il crescente potere di mercato e politico delle multinazionali del settore alimentare e delle bevande, e delle loro reti globali di approvvigionamento e produzione. Anche gli sviluppi nel settore della distribuzione hanno contribuito alla crescita e alla diversificazione dei mercati degli alimenti ultra-processati, specialmente nei contesti a basso e medio reddito.

La sostituzione degli schemi alimentari tradizionali, basati su una ricca varietà di alimenti freschi e minimamente processati e su pasti preparati al momento, con alimenti ultra-processati sta compromettendo la diversità delle specie vegetali commestibili disponibili per l’alimentazione umana.

Gli alimenti ultra-processati sono prodotti utilizzando ingredienti ricavati da poche specie vegetali ad alto rendimento.

Uno studio in corso su 7.020 alimenti ultra-processati venduti nelle principali catene di supermercati brasiliani ha rilevato che i loro cinque ingredienti principali derivano da:

  1. canna da zucchero (52,4%),
  2. latte (29,2%),
  3. grano (27,7%),
  4. mais (10,7%),
  5. soia (8,3%).

In Australia, tra gli ingredienti principali dell’offerta di alimenti e bevande confezionati del 2019 (24.229 prodotti, per lo più ultra-processati) figuravano:

  1. zucchero (40,7%),
  2. farina di grano (15,6%),
  3. olio vegetale (12,8%),
  4. latte (11,0%).

Di conseguenza, le diete diventano meno diversificate, poiché gli alimenti ultra-processati sostituiscono la varietà di alimenti integrali necessari per una dieta equilibrata e salutare.

La produzione di alimenti ultra-processati utilizza anche grandi quantità di terra, acqua, energia, erbicidi e fertilizzanti; provoca eutrofizzazione e degrado ambientale a causa delle emissioni di gas serra e dell’accumulo di rifiuti da imballaggio.

I prodotti di carne ricostituita ultra-processata, come hot dog e nuggets di pollo, causano un’ulteriore perdita di biodiversità agricola. Gli ingredienti di origine animale provengono generalmente da animali allevati in modo intensivo (per lo più di un numero limitato di razze) alimentati con concentrati composti principalmente da ingredienti provenienti dalle stesse poche colture ad alto rendimento utilizzate nella produzione di alimenti vegetali ultra-processati.

Fonte: BMJ Global Health

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